Dai dati Istat del 2015 è emerso che in Emilia-Romagna sono rimasti circa 84.000 quintali di frutta e verdura sui campi, la nostra idea è quella di organizzare delle “giornate di raccolta” in cui a rotazione le aziende della zona “aprono i cancelli” ai consumatori i quali raccogliendo autonomamente il raccolto pagheranno delle cifre irrisorie per portare a casa frutta e verdura che altrimenti andrebbe sprecata.Ciò rappresenta un beneficio sia per i consumatori, che comprano i prodotti a prezzi ridotti da agricoltori locali, sia per l’azienda che avrebbe un introito su merce che altrimenti andrebbe buttata. Un azienda di trasporto dovrebbe mettere a disposizione un servizio (navette in diversi orari) per facilitare il raggiungimento dell’azienda, ed infine sarà fondamentale pubblicizzare il progetto con campagne di sensibilizzazione, pubblicità sui social ma anche tramite manifesti.

Caterina Sciunzi, Edoardo Alberghini, Lorenza Felice.
Caterina studentessa in Scienze e tecnologie alimentari caratterizzata da un grande spirito d’iniziativa e curiosità, Edoardo studente in Gestione dei sistemi alimentari di qualità’ e della gastronomia sempre informato ed eclettico, Lorenza studentessa in Scienze dell’ educazione creativa e diligente.
Abbiamo pensato di partecipare a ThinkBig perché dalla nostra esperienza è nata la necessità di mangiare bene ma spendere poco e ci siamo domandati: come facciamo? la risposta è stata RaccogliAmo un progetto nato dalle nostre necessità ma estendibile a tutta la società.

Questa idea pensiamo possa rispondere a diverse problematiche quali:
– Spreco alimentare
– Risparmio economico
– Interazione sociale
– Tempo libero all’aria aperta
– Conoscere il territorio
Quindi partendo da ”Noi” studenti fuori sede che cerchiamo di ”mangiare bene” guardando però costantemente il portafoglio, questo progetto è rivolto a tutti, dagli adulti ai bambini, a chiunque voglia contribuire alla riduzione dello spreco alimentare e nel frattempo passare del tempo produttivo lontano dalla città.

Un progetto del genere porterebbe una maggiore consapevolezza nei consumatori riguardo lo spreco alimentare, porterebbe ad un risparmio economico, ad una valorizzazione del territorio e conseguente riscoperta da parte dei consumatori del mondo agrario.
Nel lungo periodo questo potrebbe addirittura portare il singolo ad attuare un approccio “anti spreco” nella propria quotidianità.