Il nostro progetto si propone di valorizzare le conoscenze dell’anziano e del bambino in un’ottica di apprendimento reciproco, favorendo l’inclusione sociale attraverso l’acquisizione di conoscenze e competenze pratiche e sociali. Il progetto nasce dall’esigenza di rispondere a due rischi opposti ma complementari per anziani e bambini inseriti nella società attuale: il rischio di isolamento tecnologico dell’anziano e il rischio abuso tecnologico nei bambini.
L’idea è quella di dar vita ad un progetto che impegni anziani e bambini in un percorso di apprendimento intergenerazionale delle nuove e vecchie tecnologie, sperimentando al contempo l’acquisizione di abilità comunicative e sociali per i ragazzi e il mantenimento delle autonomie per gli anziani. Il progetto vedrà la partecipazione dei soggetti a gruppi di lavoro basati sull’apprendimento dell’utilizzo di apparecchi tecnologici del passato (es. telefono con rotella) confrontati con quelli attuali (es. smartphone), dove sia bambini sia anziani avranno l’occasione di essere insegnanti, trasmettendo le proprie conoscenze all’altro, e allievi, imparando, sperimentando realtà nuove e utili divertendosi. Oltre a gruppi pratici basati sulla sperimentazione di oggetti in disuso e il loro corrispettivo attuale, ci proponiamo di inserire nel progetto anche gruppi misti divisi per età con l’obiettivo di promuovere abilità sociali, emotive e relazionali. Per rendere la comunità parte attiva di tale progetto, la nostra volontà è quella di concludere con un mercatino di oggetti e giochi desueti che si trovano in soffitta e di produzioni create dai partecipanti. Vorremmo svolgere questi mercatini in zone della città dimenticate o degradate, così da promuoverne la riqualificazione e rilanciarne la vita sociale e comunitaria. L’idea è quella di rendere i partecipanti al progetto divulgatori delle conoscenze acquisite, in modo che l’intera nostra collettività possa godere di un momento di aggregazione creativo e informativo.

Siamo un gruppo di giovani psicologhe abilitate e iscritte a differenti scuole di psicoterapia, con formazioni ed esperienze diverse, ma accomunate dalla volontà di tradurre concretamente le nostre idee in proposte pratiche e fruibili. Per questi motivi siamo entusiaste di candidarci e di rispondere all’invito della Fondazione Cariparma e LUdE, al fine di offrire un contributo significativo al contrasto dell’isolamento sociale.
Marta Gherri: 27 anni, residente a Lesignano de Bagni (PR), tirocinante presso CTF AUsl Parma.
Giorgia Colopi: 28 anni, educatrice presso una cooperativa di Parma.
Valeria Murru: 28 anni, operatrice presso una cooperativa di Parma.
Valeria Donelli: 26 anni, tirocinante presso Ospedale Maria Luigia (PR).
Giulia Chiesi: 31 anni, domiciliata a Parma e tirocinante presso Ospedale Maria Luigia (PR).

L’uso di dispositivi multimediali e informatici è entrato sempre di più nella nostra vita quotidiana e ha cambiato usi e pratiche sociali. I soggetti anziani faticano però ad adattarsi a tale cambiamento, rischiando un isolamento tecnologico che nella società di oggi ha la sua traduzione nell’isolamento sociale. Affinché l’invecchiamento possa essere un processo di cambiamento positivo e non di declino, è necessario che l’anziano possa mantenere abilità cognitive, relazionali e sociali e un ruolo attivo nella società. Si configura importante, quindi, integrare le persone anziane nella società digitale: permettendogli di godere dei vantaggi che l’odierna tecnologia offre, valorizzando però anche la loro conoscenza del passato, trasmettendola alle nuove generazioni.

La tecnologia ha cambiato il modo di pensare a sé, agli altri e alla propria relazione con il mondo. Il rischio dei bambini e ragazzi di oggi è quello di perdere il contatto con la società reale, di rimanere vittime della tecnologia, sviluppando scarsa capacità di tolleranza alla frustrazione, scarso pensiero creativo e scarse capacità di comunicazione ed empatia. Gli obiettivi che ci proponiamo sono di aumentare le conoscenze delle nuove tecnologie negli anziani, riducendo il rischio di isolamento sociale, valorizzando al contempo il loro sapere. Nei bambini ci proponiamo di fornire nuove conoscenze e prospettive, riducendo l’uso di dispositivi elettronici e incrementando le abilità sociali e life skills.

Il potenziale innovativo della nostra proposta è rappresentato dall’utilizzo dell’apprendimento intergenerazionale, che è una metodologia poco diffusa ma di grande utilità sociale; e dall’impatto che tale apprendimento può generare nei partecipanti al progetto e nella comunità parmigiana. Prevediamo, a breve termine, di rendere più attiva la vita quotidiana degli anziani fornendo abilità pratiche per l’utilizzo delle moderne tecnologie e, al contempo, favorire il mantenimento della loro autonomia agevolando le famiglie. Nei ragazzi ci aspettiamo di favorire una differente gestione del tempo speso nell’utilizzo delle nuove tecnologie, facilitando le abilità sociali, l’intelligenza emotiva e la creatività, migliorando anche l’adattamento al contesto scolastico e famigliare. A lungo termine ci aspettiamo di ridurre il rischio di decadimento cognitivo, isolamento e depressione dell’anziano ritardando l’ingresso nei servizi assistenziali, mantenendoli parte attiva della società. Nei ragazzi ci aspettiamo di incrementare le abilità sociali ed emotive e il senso pratico, riducendo il rischio di un uso eccessivo della tecnologia e il rischio di isolamento o di inibizione sociale correlato; al fine di renderli e mantenerli soggetti partecipativi e ben inseriti nella comunità. Inoltre, ci auguriamo che le serate di mercatino finale, possano essere occasioni di riqualificazione di zone degradate o dimenticate di Parma, promuovendo nella comunità una sensibilizzazione al problema. Ci aspettiamo che tali serate diventino un’occasione di maggiore partecipazione sociale e avvicinamento della comunità Parmigiana al problema dell’inclusione sociale degli anziani e del benessere bambino.