L’idea

Captcha è un progetto sportivo itinerante di educativa di strada, che crea occasioni di coesione sociale e di rigenerazione urbana degli spazi aperti frequentati dai ragazzi, con la Capoeira! Grazie alla sua naturale ecletticità, alle dinamiche di gioco e alla sua storia, la Capoeira è una pratica inclusiva per natura: accoglie, guida e non lascia indietro nessuno. Da aprile 2019, una squadra di giovani istruttori sportivi, educatori e mediatori culturali ha cominciato a promuovere presso i Centri di aggregazione giovanile, le feste di quartiere e i festival con finalità sociali e ricreative gli obiettivi di progetto. La seconda fase, durata tutto il mese di maggio, è servita per individuare le zone più bisognose di intervento, attraverso tavoli di confronto con le istituzioni coinvolte e studio delle modalità di frequentazione di quei luoghi da parte degli adolescenti. A giugno, in tre parchi di quartieri periferici, sono partite le attività: nove ore settimanali dedicate a gruppi di adolescenti formati da 15/20 ragazzi, e gruppi più piccoli in età preadolescenziale, parallelamente, in altre zone della città. Ad oggi sono circa 260 le ore già dedicate al progetto a cui si aggiunge l’attività di mantenimento della relazione con i ragazzi agganciati e le restanti 240 ore di Capoeira previste.

Parola ai partecipanti

“L’esperienza di Think Big ci ha indirizzato verso la progettazione condivisa e partecipativa, esperienza fondamentale all’interno di una squadra multidisciplinare e multiculturale come la nostra. Ci ha anche insegnato che a volte bisogna saper mettere da parte le regole fisse e ‘improvvisare’, adattandosi alle condizioni che la strada e le relazioni nate spontaneamente con le persone che vivono i luoghi in cui abbiamo agito ci propongono. Il progetto ha inoltre contribuito a far crescere nelle istituzioni locali la volontà di creare una rete unificata per l’operatività di strada. Così, insieme al piacere dei ragazzi nello scoprire la Capoeira, un altro importante risultato è la diminuzione di episodi di degrado e vandalismo nei quartieri in cui Captcha ha agito. Crediamo vivamente che questo progetto possa rappresentare per la città quella spinta a trasformare alcuni spazi urbani in luoghi di socializzazione. In futuro, anche senza la nostra presenza”.

Il gruppo

Francesca Saccani

Sara Mahfoud 

Alessia Moschen 

Alain Ganga

Sofia Cozzolino

Monica Belloni 

Eleonora Salamone

MaiKo Beqiri

Samar Amin

Lamin Bojang

Glaucia Romos 

Abdoulaye Ba

ha vinto ThinKbig perché…

La cultura nella quale cresciamo e viviamo tutti i giorni ci ha gradualmente allontanati gli uni dagli altri. Erode, giorno dopo giorno il riconoscimento e la prossimità. Le persone non sentono più un legame reciproco di responsabilità e vivono come se la comunità, nella quale sono inseriti non esistesse. Questa idea è una opportunità per ritessere legami di senso; per ricostruire vicinanza, cura e senso della solidarietà. Vivere la strada, le piazze, i luoghi nei quali i ragazzi si incontrano, per promuovere percorsi e situazioni di crescita promettente.

Gli ultimi aggiornamenti dal progetto

Il progetto CAPTCHA – CApoeira To CHAnge nasce dalla necessità di portare nella nostra piccola città l’educativa di strada attraverso la pratica sportiva della capoeira. La capoeira è uno strumento educativo che ha il privilegio di unire i pregi sportivi delle arti marziali con la spiritualità e il valore culturale della musica e della disciplina di gruppo.

Grazie a ThinkBig abbiamo potuto costruire insieme una squadra di educatori specializzata grazie alla formazione con Gruppo Abele, abbiamo sviluppato nuove competenze e soprattutto abbiamo conosciuto le dinamiche di strada a Parma, grazie alla presenza costante e attiva nelle zone più “calde” della città.

Sono stati due anni molto intensi che hanno preparato la nostra squadra alle nuove emergenze educative che la pandemia Covid ci pone oggi.

Abbiamo pensato che raccontare con uno stralcio di diario le nostre giornate in strada fosse il modo migliore per farvi conoscere più a fondo il nostro progetto:

Luglio 2020

Dopo il lockdown il parco è una pentola a pressione finalmente arrivata al fischio: le energie dei ragazzi si riversano incontrollate nel verde e nel sole. I cittadini li guardano da lontano scuotendo la testa, noi ci sentiamo inadeguati rispetto al compito che ci siamo prefissati.

Eppure.

Eppure capiamo subito che l’energia liberata è tanta quanta la voglia di ritrovare l’ascolto, la vicinanza e la guida del mondo adulto. Quando torniamo al parco veniamo letteralmente travolti dai ragazzi che, tra un raid a Pokémon Go e qualche salto, si fanno riconoscere e conoscere, in un clima di spensieratezza e urgenza in cui anche le confidenze più intime trovano il luogo in cui posarsi, accolte da noi senza giudizio.

L’attività all’aria aperta ci permette di essere attivi nonostante le normative anti-Covid, sperimentando un’educativa “essenziale”, non più in squadra ma in coppia, novità che, paradossalmente, rinsaldando il legame tra di noi.

Oggi Esther ha portato le sue sorelline a giocare, visto che i suoi genitori hanno finalmente ricominciato a lavorare tutto il giorno. I grandi si prendono cura dei piccoli, noi li ascoltiamo, li facciamo giocare e qualche volta gli ricordiamo di alzare la mascherina. Ieri abbiamo ripulito con loro il parco, insieme al comitato di quartiere.

Spesso mi trovo a riflettere sul legame tra fiducia e responsabilità. Questi due anni in strada ci hanno confermato che nell’educativa questo legame è reciproco e speculare, che essere all’altezza delle aspettative delle ragazze e dei ragazzi che abbiamo incontrato è una sfida continua che si gioca su questo equilibrio tra dare e ricevere, e che educare è prima di tutto un atto di fede.