Il futuro spetta ai giovani, alle loro idee, alla loro voglia di fare! Con Idea Camp prosegue il cammino di ThinkBig, la call for young ideas con la quale Fondazione Cariparma e Libera Università dell’Educare (LUdE) hanno scelto di guardare direttamente agli under 35 e alle loro proposte per plasmare ipotesi di cambiamento per il futuro della loro generazione ma anche della città di Parma.

La due giorni Idea Camp (Parma, 28 e 29 novembre 2019) prevede dibattiti, incontri e formazione assieme alle 15 idee finanziate da ThinkBig: i giovani selezionati dal bando saranno presenti con corner tematici per presentare l’avanzamento dei rispettivi progetti (app, prodotti tecnologici e piattaforme informatiche, percorsi di innovazione sociale, eventi e festival, workshop e corsi di formazione) ma soprattutto avranno l’occasione di confrontarsi e attivare competenze trasversali.

«La chiamata d’idee ThinkBig – spiega il Presidente Gino Gandolfi – si colloca nel solco dei numerosi interventi sostenuti negli ultimi anni da Fondazione Cariparma, volti a sostenere una maggiore autonomia, responsabilità e protagonismo dei giovani all’interno delle comunità in cui vivono.

«La differenza significativa rispetto alle altre iniziative finanziate  – prosegue Gandolfi – risiede nei destinatari dell’azione, che non sono più agenzie educative, terzo settore o professionisti dell’educare bensì direttamente i giovani, organizzati in gruppi informali: una scelta, condivisa e rafforzata dal confronto con gli educatori della LUdE, nata dalla crescente consapevolezza dell’importanza di adottare approcci maggiormente orientati al pubblico, soprattutto quando questo è costituito da under 35, e da recenti sperimentazioni che individuano nel coinvolgimento attivo la modalità più matura e promettente per affrontare le sfide della partecipazione giovanile ai processi di sviluppo locale.»

«ThinkBig vuole essere solo nella forma un bando – spiega Michele Gagliardo della Libera Università dell’Educare – ma nella sostanza la sua prima intenzione è quella di attivare processi educativi rivolti al cambiamento dei contesti in cui i giovani vivono. Parlare direttamente ai giovani, consegnando loro responsabilità e possibilità, senza però mai sottrarsi dalla relazione e dalla collaborazione, ha prodotto un movimento educativo anche nei confronti delle organizzazioni del terzo settore; sono state orientate a mutare l’atteggiamento spesso cristallizzato che le vede occuparsi dei giovani quando ci si trova in una situazione di difficoltà e, sempre meno, nella quotidianità. Il processo che si è attivato ha facilitato le organizzazioni più sensibili nel porsi realmente al fianco, mettendo a disposizione competenze, spazi, relazioni, moltiplicando così l’effetto prodotto dal bando. Il fare “per…” e “con…” e non “contro…” sono divenuti i tratti distintivi del percorso che ha iniziato a interessare e contaminare gradualmente molti altri soggetti e istituzioni del territorio: amministratori e amministrazioni; servizi; università; maestre, insegnanti e scuole; educatori, associazioni e cooperative; mamme, papà, nonni. Insomma – conclude Gagliardo – una città che si muove, che pone attenzione in modo generativo a presenze nuove che la animano, a una nuova idea di sviluppo e di crescita, che riscopre tradizioni mettendole in una tensione prospettica, che rimette in circolo relazioni, conoscenze, processi partecipativi, cura delle persone e dei contesti fisici e sociali.»