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Storie fatte in casa - Incontri a distanza per l'infanzia che (r)esiste

Come si erano presentati a TB2

Cosa facciamo?

STORIE FATTE IN CASA sono incontri interattivi che vogliono offrire ai bambini degli spazi “virtuali” o “reali” di incontro in cui stimolare immaginazione, intuizione, creatività e socializzazione. Il progetto potrà essere giocato “on line” oppure come incontri in presenza oppure una combinazione delle due modalità. Si tratta di appuntamenti di circa 90 minuti a partecipazione gratuita, a cui possono partecipare massimo 10-15 bambini suddivisi per fasce d’età 5-7 anni e 8-10 anni; collegati on-line su una piattaforma protetta, oppure in presenza. La scelta del piccolo gruppo è comunque indispensabile per creare un rapporto “reale” tra il narratore e i bambini e, una relazione tra i componenti del gruppo.
L’attore/educatore dopo aver stimolato la conoscenza fra i partecipanti attraverso giochi, domande e piccole attività di movimento, inizia il racconto di una fiaba lasciando aperto il finale, chiedendo ai bambini di immaginare il “dopo”. I partecipanti possono proporre degli “ingredienti” (oggetti o personaggi) che hanno a casa, mostrandoli agli altri, oppure scegliere gli elementi del finale pescando fra le carte illustrate proposte. Su queste carte sono riprodotti personaggi, oggetti, luoghi e situazioni delle fiabe, prendendo spunto dalla struttura delle “carte disegnate” inventate da Franco Passatore (regista teatrale e pedagogista) e ispirate al lavoro sulla fiaba dell’antropologo russo Propp. Spetterà all’artista improvvisare un nuovo sviluppo e conclusione della storia in base alle indicazioni ricevute dai bambini; inoltre, infrangendo le regole della fiaba e giocando con esse, i bambini gusteranno il piacere di inventare. Una volta sperimentato il meccanismo, verrà proposto ai partecipanti di immaginare altri finali.
Al termine di ogni incontro sarà chiesto ai bambini di inviare una traccia: un’immagine, un colore o una parola legati alla storia. Gli elaborati andranno a costruire una galleria virtuale come testimonianza dei percorsi. Le narrazioni saranno tutte differenti poiché create dal vivo insieme ai partecipanti, che quindi potranno prendervi parte una sola volta oppure farle diventare un appuntamento ricorrente.
SLOGAN: ingredienti fantastici per finali da immaginare

Chi siamo?

PROPONENTI
Eleonora Ampollini classe ’95 residente a Collecchio, è studentessa universitaria. Da sempre appassionata di teatro, collabora con UOT/Teatro alla Corte (Parma) in mansioni di comunicazione e organizzazione; è membro de LaKonsulta, gruppo di spettatori attivi under30 (Modena).
Sofia Cozzolino classe ’94 residente a Parma, si affaccia al mondo teatrale attraverso laboratori e seminari. Svolge il servizio civile con l’associazione Kwa Dunia diventando poi coordinatrice di Migrantour Parma. Attualmente studia Scienze dell’Educazione.
Federico Attilio Perugini classe ’86 residente a S.Ilario d’Enza, è filmmaker e tecnico audio/video. Studia all’Accademia Nazionale del Cinema di Bologna specializzandosi in regia televisiva e produzione. Prosegue gli studi all’Accademia del Cinema di Roma.
Da oltre dieci anni è cameraman ed assistente alla regia di film e videoclip. Fonda l’associazione teatrale “Le Rane” (RE) per cui gestisce il corso di cinema.
SOSTENITORI
Elisa Lolli è attrice, regista e autrice teatrale, collabora con Centro Teatrale MaMiMò (Re), NoveTeatro di Novellara, Centro Ars21 di Correggio, per i quali tiene laboratori per ragazzi e adulti.
Silvia Scotti è attrice e autrice di teatro per l’infanzia. Collabora con Teatro Due Mondi (Faenza), Centro Teatrale MaMiMò e UOT/Teatro alla Corte; si occupa di formazione per l’infanzia e i giovani.
Ilaria Orefici laureata al DAMS di Bologna, si occupa di teatro, progettazione culturale e organizzazione eventi. Dal 2010 è co-fondatrice di associazione UOT/Teatro alla Corte e fa parte del progetto Workout Pasubio.

Contatti: Eleonora Ampollini storiefatteincasa@gmail.com

Perchè lo facciamo?

Questo progetto è fatto in casa. Letteralmente.
È nato recentemente come risposta “a distanza” ai bisogni educativi e di socializzazione dei più giovani. Durante il lockdown abbiamo pensato a una risposta concreta che offra uno stimolo alla creatività e sensibilità dei piccoli e che sia anche un’occasione di incontro e scambio.
Recentemente sono apparsi molti contenuti per l’infanzia, ma la maggioranza delle proposte non prevede una reciprocità, limitandosi a proporre contenuti registrato, al contrario STORIE FATTE IN CASA vuole essere dal vivo e interattivo. Con l’avvio della Fase2 e il graduale ritorno alla normalità, ci siamo interrogati sul senso e il valore dell’idea originale, ovvero la modalità on-line, e abbiamo optato per una proposta modulabile e flessibile che ci permetta di essere pronti a ogni evenienza e di garantire la continuità dei percorsi in qualsiasi scenario.
Inoltre abbiamo riflettuto sul concetto di ISOLAMENTO indipendentemente da emergenze sanitarie e pensiamo che l’utilità e l’innovazione del nostro progetto risiedano nel poter raggiungere diverse situazioni di marginalità e lavorare con quelle fasce di popolazione infantile più fragile o con necessità speciali, che nel prossimo anno rischiano di essere ancora più escluse.
Per esempio bambini appartenenti a contesti sociali difficili o con bisogni educativi speciali (BES); bambini che si trovano isolati per motivi di salute, come i pazienti in lungodegenza ospedaliera e immunodepressi (a Parma ogni anno oltre 200 bambini di età 6-10 usufruiscono del servizio Scuola in Ospedale – dati MIUR). Bambini esclusi da attività extrascolastiche per motivi geografici, per esempio chi risiede in zone della provincia con meno opportunità. Le classi delle scuole di territori montani (pensiamo ai Comuni dove le classi di bambini contano solo pochi alunni e che spesso non partecipano ad attività teatrali e uscite).
In conclusione ci sembra che famiglie e soggetti educativi siano alla ricerca di nuovi strumenti dedicati ai più piccoli. L’obiettivo di questi incontri è infatti alimentare il loro immaginario fantastico e instaurare una relazione in cui il presente e l’accadimento vanno a costruire un evento unico, non ripetibile, vivo.

Cosa ci aspettiamo?

L’idea di base è offrire ai bambini del territorio esperienze di condivisione in un momento storico in cui il vissuto predominante è l’isolamento sociale, geografico e culturale.
Vogliamo fornire uno strumento che sia educativo e divertente per i piccoli e una risorsa per insegnanti, educatori e famiglie.
Anche nella modalità on-line i partecipanti entrano in contatto con l’attore e con gli altri bambini, rendendo l’esperienza ancora più vera e gettando i semi per una eventuale conoscenza dal vivo, riducendo in questo modo il senso di solitudine e mantenendo salda e concreta l’idea del reale.
Da un punto di vista pedagogico si utilizza il gioco nella la forma del “binomio fantastico”(G. Rodari). Questi esercizi stimolano la creatività, abilità che viene elencata tra le Life Skills, ovvero le competenze riconosciute dall’OMS come necessarie per mettersi in relazione con gli altri e per affrontare i problemi, le pressioni, gli stress della vita quotidiana. La creatività contribuisce sia al “decision making” che al “problem solving”, fondamentali per uno sviluppo equilibrato e affrontare tutte le situazioni di vita.
Il racconto di fiabe attraverso un linguaggio teatrale non rappresenta di per sè una novità, questo progetto è innovativo poichè diffuso in più spazi educativi (scuola, ludoteca, casa, etc.). Le narrazioni vengono estese così a una rete e contaminano spazi diversi, creano collaborazioni con realtà del territorio. Nel lungo termine il progetto porterà i soggetti della rete (per esempio i docenti) a maturare sensibilità e competenze sulle potenzialità dei linguaggi artistici e, attraverso gli incontri, potranno conoscere in modo differente i bambini e saranno stimolati a individuare nuovi percorsi pedagogici.
Secondo elemento di innovazione è l’utilizzo della tecnologia nello sviluppo di progetti educativi e artistici – modalità che è stata introdotta recentemente – ma c’è ancora molto da sperimentare, potenzialità da scoprire, modus operandi da identificare.
Nel lungo termine ci immaginiamo STORIE FATTE IN CASA come modello di lavoro da esportare (anche come formazione specifica) che possa essere riconosciuto dal mondo dell’educazione e della scuola come una modalità valida ed efficace di integrare la parte ludico-creativa del teatro con quella pedagogica e con quella tecnologica.

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