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MapOut _ La piattaforma che connette il territorio

Come si erano presentati a TB2

Cosa facciamo?

MapOut sarà una piattaforma web di mappe interattive in cui trovare cosa fare, chi fa cosa e con chi farlo sul territorio parmense, stando all’aria aperta, ogni stagione, in modo sostenibile.
Attraverso la piattaforma si riuscirà a creare un racconto unitario di comunità, organizzazioni, associazioni e singoli che svolgono attività sul territorio extraurbano, mappando l’ecosistema di produzione, consumo e attività culturali, colturali, artigianali, zootecniche, sportive e naturalistiche del territorio, promuovendo l’utilizzo dello spazio aperto. Valorizzare il territorio attraverso le attività svolte, ma non solo: s’intende innescare sinergie fra le figure coinvolte per creare un’unica grande rete.
Ciò avverrà realizzando una mappatura delle attività attraverso 9 macrocategorie e 9 mappe interattive corrispondenti in cui i professionisti del territorio, che hanno e sviluppano idee e lavorano in maniera virtuosa, avranno visibilità, potranno progettare collaborazioni fra loro e calendarizzare i propri eventi; gli utenti, invece, potranno agevolmente accedere a mappe con percorsi selezionati per scoprire angoli del territorio meno frequentati e a contenuti che li raccontino in modo originale. Inoltre potranno interagire con i professionisti, che intercetteranno in modo diretto la propria possibile utenza. Ma non solo: l’utente sarà un utente attivo che potrà proporre delle attività.
Gli utenti potranno offrire dal basso proposte, o cercare qualcuno con cui svolgere una determinata attività, o interagire con gli altri utenti, attivando un processo di coesione sociale e di fruizione condivisa.
Solo web? 21e20 saranno il modo per iniziare queste pratiche nel 2021.
L’idea alla base è che un territorio si riattivi abitandolo. E abitarlo significa conoscerlo, frequentarlo, agirlo, condividerlo, favorendo un tipo di turismo e fruizione che siano sostenibili da un punto di vista ambientale, sociale, economico, culturale, e che aprano nuove prospettive di potenzialità.

Chi siamo?

Martina Rossetti. Scrive, cattura suoni e immagini, ama tutti gli spazi e le forme di narrazione. Da poco project manager per la montagna.
Federico Rossetti. Scala, fotografa, racconta. Autore di guide di montagna, social-media manager, gestisce il sito di montagna redclimber.it.
Giacomo Guidetti. Cammina, ascolta, osserva. Geologo e Guida Ambientale, per lavoro ama condividere con le persone le piccole cose che fanno grande la Natura.
Laura Fava. Viaggia, raccoglie e annota tutto. Quando è ferma accarezza le parole come animali estinti. Grafica per la Fondazione Franco Maria Ricci tra libri e labirinti.
Ci aggrega una questione di gambe. Tutti grandi camminatori.
Poi, una questione di testa. Le idee si accalcano prima di trovare forma su fogli, tastiere qwerty o pareti.
Infine quella di cuore, nonostante ci spostiamo per studio, lavoro, esplorazioni, finisce che torniamo alla nebbia, alle colline dolci, al crinale oltre i laghi. Insomma, amiamo il nostro territorio e la nostra Emilia.

Contatti: Martina Rossetti martiros@hotmail.it

Perchè lo facciamo?

L’idea nasce dalla necessità di agire su un’area interna meno valorizzata, incentivandone una presa in carico dal basso, stimolando un turismo consapevole attento agli aspetti culturali e naturali e creando processi collettivi; inoltre risponde ad una crescente domanda di esperienze da fare in un territorio cercando un equilibrio tra offerta professionale e dal basso. Domanda ulteriormente accentuata dall’attuale situazione che favorirà la ricerca di attività outdoor, accessibili e di prossimità.
Si intende creare una rete, il più possibile ampia, quindi coinvolgere tutti senza distinzione di sesso, età, nazionalità, cultura. Tutti contiene target di persone ben specifiche. Ci si rivolge a chi lavora sul territorio professionalmente; a chi non ha mai valutato la possibilità di connettere le proprie competenze ad altre; a chi pensa di doversi per forza spostare per trovare sbocco al proprio lavoro; a chi ha professionalità, ma non visibilità. Ma anche a chi abita il territorio, ma lo conosce poco, o si muove negli stessi spazi, o cerca attività diverse dai propri interessi, o non ha mai pensato che attività per cui si sposta, prende treni e aerei, le ha spesso a portata di mano. Poi, a chi ha professionalità che crede solo passioni, perché non ne vede o può sviluppare il potenziale. Infine, a chi arriva nel nostro territorio: un turista, ma anche chi arriva e stanzia per lavoro o per studio e non ha una rete di conoscenze locali, o la possibilità di spostarsi in modo autonomo.

Cosa ci aspettiamo?

MapOut permetterà non solo di mappare e mostrare attività presenti sul territorio in maniera espositiva, ma, in modo attivo, di creare sinergie e relazioni fra le realtà mappate. Cercando di fornire una risposta alla richiesta di ‘turismo esperienziale’ [es.Airbnb Experience] sempre più in crescita, ci si propone di monitorarne l’offerta da un punto di vista qualitativo, quantitativo e collaborativo. Stimolando la proposta di attività sul proprio territorio, infatti, si incentiva anche una riattivazione d’interesse, tutela e presa in carico del territorio stesso.
Inoltre, in uno scenario nel quale in molti contesti nascono fratture nella gestione di situazioni in cui il crescente diffondersi di pratiche dal basso si trova a collidere con pratiche professionali già in uso, si vuole creare un equilibrio fra queste pratiche, differenziandole e offrendo la possibilità all’utente di trovare la soluzione migliore ai propri bisogni ed essere allo stesso tempo stimolato ad avere un ruolo attivo nel proprio territorio o dove si trova a svolgere le attività.
Sul breve periodo, con il lancio di MapOut e la programmazione di 21e20, l’intenzione è quella di aumentare e migliorare la fruizione del territorio “che non è città” e creare connessione tra lo spazio extraurbano e quello cittadino; di connettere professionalità e promuovere collaborazioni; di incentivare prospettive lavorative interne all’area territoriale; attivare, infine, una progettazione dal basso e una socializzazione delle esperienze sul territorio.
Su un periodo più lungo si immagina un territorio sempre più connesso, in cui le pratiche virtuose si diffondano facilmente, in cui si attui sempre più frequentemente la contaminazione fra le varie attività, in cui vengano promossi eventi in ogni stagione, che considerino un valore aggiunto il concetto di sostenibilità, in cui le idee circolino e consolidino un continuo ripensamento del territorio, come ambiente, come spazio potenziale, come luogo fatto di persone.

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