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Leggende e sentieri d'Appennino

Leggende e sentieri d’Appennino

Come si erano presentati a TB2

Cosa facciamo?

L’Appennino non è solo un luogo geografico: l’Appennino è la sua gente, la sua cultura, le sue Storie. Un’idea semplice e di ampio respiro, che coinvolgerà diverse generazioni, porterà a riflettere sul rapporto uomo-storia-natura, interrogherà un territorio ricco ma sottovalutato e, identificando radici identitarie, aprirà orizzonti nuovi. Un progetto che avrà impatto sociale, culturale e turistico.
Oggetto del nostro progetto sono le Storie (racconti, leggende) di quella fetta d’Appennino parmense che si estende sulle alte valli del Ceno e del Taro. Storie che costruiscono l’identità di un territorio, destinate a svanire se non raccolte in tempo.

Bambini e ragazzi che frequentano le scuole del territorio (primarie e secondarie di primo grado) saranno chiamati a raccogliere dalla viva voce dei nonni i vecchi racconti del loro paese. Le Storie raccolte diventeranno una “materia prima”. Con l’aiuto di antropologi, narratori e illustratori, esse saranno fissate nelle loro forme originali per essere tramandate, e rielaborate creativamente per rispondere alle domande dell’oggi, seguendo il principio secondo il quale ogni Storia vive nel tempo, muta e si evolve.

Le Storie diventeranno un libro: una raccolta illustrata che conterrà i racconti più belli del territorio.

Le Storie saranno protagoniste di un documentario e di un film d’animazione: il primo racconterà il lavoro svolto nelle scuole, viatico per mostrare gente e terre d’Appennino; il secondo farà rivivere le Storie attraverso la finzione scenica.

Storie d’Appennino sarà al tempo stesso un percorso di conoscenza di sé per la gens appenninica, e una nuova guida del territorio per i visitatori. Attraverso l’organizzazione di esposizioni, di presentazioni, di escursioni (con un occhio puntato a “Parma 2021 Capitale della Cultura”), i frutti materiali del progetto diventeranno strumenti attraverso i quali le alte valli del Ceno e del Taro potranno raccontarsi e farsi apprezzare nelle loro bellezze.

Chi siamo?

Siamo ragazzi accomunati dalla stessa passione, l’Appennino. Chi lo ha vissuto fin dalla nascita, chi è arrivato da adulto e non si è più staccato. Tutti amanti dei suoi sentieri, laghi, fiumi, borghi; tutti consapevoli della fragilità, dell’abbandono, oltre che demografico di tradizioni, che sta subendo. Fare qualcosa per aiutarlo è il nostro intento.
Ruben Vernazza è Guida Ambientale Escursionistica, con ampia esperienza maturata nell’accompagnamento di minori; lavora in ambito universitario in qualità di ricercatore e titolare di un dottorato in musicologia.
Pietro Polisceni, Farmacista ma con studi di sceneggiatura, regia e attoriale, ha partecipato alla creazione di vari cortometraggi. Consigliere AVIS di Varsi, appassionato di trekking e cinema.
Arianna Dazzi, laureata in scienze della formazione, un diploma di counsellor, insegna nella scuola dell’infanzia da dieci anni. Di Parma, un infanzia trascorsa tra sentieri e boschi, ancora oggi tiene vivo il legame con l’Appennino.

Contatti: Pietro Polisceni pietro86polisceni@gmail.com

Perchè lo facciamo?

Cosa resta nella memoria di un bambino? La torta del suo ottavo compleanno? Il viaggio a Roma quando ne aveva 10? O la gita sul monte con il nonno?
Da adulto nella mente non rimarrà impresso tanto un luogo, quanto le storie che lo avvolgono: racconti e fiabe che ti hanno sedotto da piccolo non le dimenticherai mai.
Sentiamo il bisogno di ampliare queste conoscenze, di legarci ai luoghi non solo per ciò che sono, ma per ciò che rappresentano nel nostro immaginario.
Vogliamo far conoscere il nostro Appennino da un’altra angolazione.
Al fianco di cartine e guide CAI, vogliamo creare nuovi percorsi per visitatori, villeggianti, escursionisti, semplici gite domenicali o per le stesse persone che abitano questi luoghi.
Incuriosire gli abitanti che sempre più si stanno trasformando in cittadini di una società moderna frenetica che spesso dimentica, a malincuore, la sua memoria, le sue tradizioni, le sue radici, il contatto con il paesaggio.
Partendo proprio dai bambini, i più attratti ed emozionati davanti ai racconti, utilizzare le leggende come veicolo di riscoperta del nostro Appennino.
Monti a noi cari si stanno lentamente spegnendo a causa di uno spopolamento continuo. Tradizioni abbandonate e sempre meno giovani che le comprendono e portano avanti.
Sentiamo il bisogno che qualcuno ci parli di questi luoghi, ci renda partecipi di ciò che è ed era un tempo. Vogliamo conoscere, esplorare, affezionarci. Ed il modo migliore per farlo è attraverso le storie di questi stessi luoghi.

Cosa ci aspettiamo?

– Produzione di un libro ad ampio spettro: sia un compagno per chi viaggia, visita, scopre, vive il nostro Appennino, sia oggetto ludico per chi vuole stupirsi delle sue storie. Mostrare, sotto una cornice professionale, il risultato del progetto annuale intrapreso; portare nuovamente interesse attorno alla nostra terra, cullando le menti con leggende antiche ma al tempo stesso indicando nuovi sentieri e luoghi da visitare.
La nostra cartina comprenderà tutta l’alta val Taro e Ceno, due valli già legate dalla “Leggenda dei Fiumi Gemelli”, questo a sottolineare come sia radicata la connessione tra favole e realtà rurali.
– Far parlare tra loro scuole e comuni, guide GAE e CAI, ed associazioni locali per coinvolgere ogni persona dedita alla promozione del territorio.

– Implementare la conoscenza e collaborazione reciproca tra comprensori scolastici vicini attraverso sia il progetto annuale, sia la proposta di una giornata dedicata alle Leggende e ai suoi protagonisti. Questa giornata, una volta consolidata, potrà essere ampliata con l’invito ad altre scuole della provincia.

– Realizzazione di “Cortometraggi Leggendari” che incuriosiranno ragazzi più grandi, lasciando testimonianza animata ed aperta ad una condivisione digitale, di ciò che i nostri monti raccontano. Documentazione cinematografica che darà nuova linfa ad una quasi assente produzione audiovisiva indipendente montana.

Vorremmo riportare entusiasmo e vita in Appennino riducendo la distanza tra collina e città.

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