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Radici Ibride – Una nuova realtà

Come si erano presentati a TB2

Cosa facciamo?

“RADICI IBRIDE – Una nuova realtà” è un progetto di inclusione formativo-lavorativa per persone vulnerabili. La produzione alimentare è il filone principale di questa nascente realtà produttiva e pertanto pensiamo all’apertura di un laboratorio di panificazione e trasformazione alimentare tenendo in considerazione l’utilizzo della filiera corta, ma soprattutto l’impiego di materie prime provenienti, a loro volta, da circuiti equosolidali e rispettosi dei lavoratori e dell’ambiente. Intendiamo inoltre, proporre come secondo filone, per la creazione di un’offerta lavorativa etica, l’utilizzo di un nostro sistema di delivery che potrà essere disponibile anche per consegne etiche di altre attività produttive. Intendiamo inserirci all’interno del Distretto di Economia Solidale e proporre ai loro soci l’acquisto di panieri settimanali di prodotti da forno e pasta fresca consegnati direttamente a casa, oppure ritirabili presso lo spaccio. Altra peculiarità dei nostri panieri sarà l’offerta di prodotti da forno etnici e catering rivolti soprattutto ad un’altra fetta potenziale di clienti.
L’attività produttiva che si creerà avrà come principale obiettivo la creazione di inclusione formativo-lavorativa per persone vulnerabili e marginalizzate (ad esempio vittime di tratta, ex Sex workers, persone transessuali, donne vittime di violenza e richiedenti asilo) e non appena ci saranno le condizioni operative vorremmo renderci disponibili alle istituzioni per accogliere in tirocinio persone rientranti ad esempio in percorsi di Legge 14 e similari. Intendiamo in questo senso offrire in supporto al percorso formativo-lavorativo un sistema di tutoraggio sociale pre, durante e post tirocinio in modo da facilitare e potenziare il processo di autonomia delle persone vulnerabili onde evitare che esse vengano cooptate dal lavoro di sfruttamento.

Chi siamo?

Alla base della costituzione di questo gruppo vi sono biografie molto diverse ma tutte segnate da grande forza di volontá e desiderio di essere protagonisti attivi delle proprie esistenze. I membri sono: Coordinatrici delle attività progettuali del progetto e tutoraggio Clarissa Sant’Ana de Lima, 33 anni, Parma, brasiliana, assistente sociale (Coordinatrice delle attività progettuali), Patrick Stephane, 35 anni, Parma, camerunense, operatore sociale peer, Elisa Chiesa, 33 anni, Fidenza, italiana, educatrice (Coordinatrice delle attività progettuali), Liliana Morreale, 33 anni, Parma, italiana, Felino, mediatrice culturale e manager di produzione alimentare educatrice (Coordinaziione produzione) e Deborah Ekere, 22 anni, Piacenza, nigeriana (alimentarista e operatrice sociale peer).

Contatti: Clarissa Sant'Ana de Lima clarissa.santanadelima@yahoo.it

Perchè lo facciamo?

Spesso le persone vittime di sfruttamento multiplo sono i principali breadwinner dei loro nuclei familiare. Quest’impellenza é la motivazione che li spinge ad essere ricettivi verso qualsiasi attività che generi denaro, ma sovente questa scelta coraggiosa si rivela gravosa, sia in termini economici che a livello psico-sociale. Nella gran parte delle situazioni é facile diventare mano d’opera usa e getta per il lavoro di sfruttamento, innescando un circolo vizioso trasgenerazionale. E’da ciò che nasce l’idea di sperimentare e creare posti di lavoro etico come veicolo per l’inclusione sociale, contribuendo all’emersione dall’economia sommersa fatta di lavoro nero senza diritti. Quanto descritto è frutto di un contatto diretto con molte persone confinate nell’invisibilità: persone dall’identità fluida, lavoratori sottopagati e privi di tutele che trascinano la loro esistenza tra strade, campi e lavori per lo più illegali e sottopagati, sfruttati e persone vulnerabili.
Il nostro intento nasce quindi dalle necessità dirette delle persone conosciute negli anni che si concretizza nella creazione di un offerta formativo-lavorativa innovativa che sappia accogliere persone di svariate provenienze dando una risposta etica contro lo sfruttamento multiplo. Una risposta al bisogno di lavoro che empowerizzi, ponendo le basi per l’autonomia e contribuendo all’emancipazione e all’autodeterminazione delle persone e delle loro famiglie valorizzandone le potenzialità.

Cosa ci aspettiamo?

Risultati attesi: Messa a punto di attività produttiva di tipo cooperativo che possa creare lavoro etico, reddito e che abbia la capacità di creare autonomia e generatività sociale sia da parte dei beneficiari sia per la cooperativa stessa.Nel breve termine (4 mesi) prevediamo di integrare socio-lavorativamente full time due soggetti proveniente da situazioni di fragilità. A seguito il soggetto divenuto autonomo affiancherà come peer educator altri soggetti in percorso di tirocinio;
Cambiamento nella comunità: Arricchire il circuito equo solidale giá presente sul territorio; Aumentare l’offerta di lavoro per esclusi dal mercato del lavoro creando lavoro etico e non di sfruttamento; Trasmissione interculturale attraverso le tradizioni culinarie; Sensibilizzazione su tematiche riguardanti lo sfruttamento del lavoro e la non inclusività lavorativa; Favorire l’emersione dall’economia sommersa e la legalità.
Fattori innovativi: Conformazione del gruppo con due opertori peer realmente alla pari e soci equipotenti; Tutoraggio omnicompreensivo di inclusione formativo-lavorativa pre, in itinere e post tirocinio per garantire un percorso di qualità e la valenza empirica del percorso; Produzione di un paniere multietnico; Creazione di offerta di lavoro etico.

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